domenica 25 novembre 2007

Pisa Vini - I pisani + schietti parte seconda

continua...

E si ritorna ai vini.. altrimenti che PisaVIni è?..
certo no?!.
Tornando nel salone pricipale c'era una bolgia invredibile, veramente..
Il rpimo pomeriggio poca gente tranquillissimo, alle 17 era una bolgia di persone no sciamare avanti e in dietro.. che grand Casino.Tutti i banchi dei produttori erano in fermento.

Preciso, a me e Pe all'entrata ci hanno bardati di tutto punto, info, depliant e sacchetina con calice di cristallo per l'ingresso per la modica cifra di 8 euro..

Direi che ne è valsa la pena.. :)

Il salone dei vini e dell'allegria

Tornati nella sala principale c'era un grande via vai e tante persone distinte:
persone colte , persone coi baffi colte, persone normali, punkabbestia(e capirai a Pisa poi) con cane al Seguito, professori (c'era anche Giovgio... quella pazza!)
persone con i capelli a "padella".. amici, conoscenti, c'erano quelli che si credevano.. e quelli che credevano di credersi invece non capivano un tubo, (forse anche noi). Vabbè ma noi spudoratamente facevamo i pirla facendo finta di annusare qua e là il bicchiere avvinato leggermente dal nettare di Bacco.

Appena entrati , io facevo i domandoni neanche fossi al TELEMIKE del giovedì sera (intano era Domenica >.< ) prima ai sommelier dell' Associazione degli Albergatori Pisani, e poi a quelli della AIS(Associazione Italiana Sommelier).. non si sa mai esce un corso di assaggio, qualcosa... io la mia mail alla ragazza dai capelli biondi e ricci glielo lasciata.. ^^

L'atmosfera è da formicaio, tutti parlottano, sorseggiano, discutono.. si gonfiano tronfi nel loro sapere.. si muovono frenetici da un banchetto all'altro, vino che scorre , bottiglie che vengono stappate in continuazione, addetti che vanno avanti ed indietro con le casse da 6..

...ma certo certo Sangiovese in Purezza..
potevi sentire di tanto in tanto tra questo e quel banchetto..

Ecco infatti ieri ho imparato, anzi abbiamo imparato, che il Chianti altro non è se non un blend di Sangiovese (70-90%) e la restante parte di vitigni Francesi: bordeaux,merlot, o cirà, ma credo si scriva con l'acca.
Insomma la manifestazione sembrava proprio ben riuscita.
In questo diciamo vero e proprio giro di assaggi ci siamo dipanati tra la ventina e passa produttori della vasta provincia pisana che si allarga verso sud al confine con quella di Livorno. Tante le faccie , tanti i sommelier... questa era una cosa che denotava anche la cura con cui l'avevano organizzata... il fatto che tutti gli inservienti fossero al loro posto, ben vestiti, garbati attenti..

Alle varie aziende affiancate dal sommelier di turno ci venivano illustrate le puculiarità dei vini.In particolare abbiamo potuto gradire la Riserva di Badia da Morrona vino corposo di Sangiovese in purezza, permettetemi, non sarò un sommelier ma la sensazione allappante sulla lingua spiccava, e poi il loro Vin Santo, specialità tipica della Toscana, liquoroso si.. ma aveva una dolcezza che mi ricordava in modo particolare il miele di Acacia che avevamo assaggiato nel primo Pomeriggio.Si nel pomeriggio perchè ridendo e scherzando erano 4 ore che stavamo lì.. che bello non ce ne siamo accorti, un po' per il via vai un po' perchè eravamo stonatissimi dai mille assaggi, in viso rossi come delle ciliege.

Di tanto in tanto un grissino ci ripuliva la bocca, che pian piano si assuefaceva al sapore oramai intenso e persiste del Sangiovese, prodotto tipico e presente in tutte le produzioni del luogo. Quindi ci fermiamo a parlare con un sommelier dal viso scavato smunto, ma dagli occhi vispi color ghiaccio.Nel mentre ci versava le etichette e decantava gli uvaggi la curiosità ovviamente mi colse( si.. vabbè lasciamo perdere :) ) una delle bottiglie aveva lo spartano tappo di silicone.

"Mi scusi ma il tappo di silicone che benefici apporta alla bottiglia rispetto ad un assemblato a dischi o monoblocco poroso?... la fa respirae la bottiglia?"

Peppe non sapeva se ridere, bere, o fare entrambe le cose, che poi è quello che ha fatto, ma si è concentrato come me sulla risposta

Si in definitiva hai ragione il silicone non fa respirare il vino quindi sarebbe poco adatto, è vero però che cè un tornaconto di costi,il marketing, l'igiene, non lo puoi mettere su un vino da invecchiamento bla bla bla, BLA BLA bla ... e vi risparmio il resto tutta retorica.

Però la domanda non era fine a se stessa la provocazione aveva fatto breccia, così grazie all'argomento ci siamo messi amorevolmente a parlare in tre di come andassero lescelte del mercato, dei consumatori e delle aziende, lui era molto disponibile e cortese e l'ambiente convogliava.Tra le tante parole ci raccontava come oltre all'utilizzo per vini da tutto pasto e di breve smercio in cui veniva utilizzato il tappo in silicone, di come le nazioni produttrici emergenti adottassero un trucco, aggiungerei bieco per far si che il vino andasse subito a maturazione per la vendita.

In Australia infatti ci raccontava come vengano aggiunti al mosto trucioli di rovere così da permettere il rilascio immediato di tannini nel liquido, permettendo uno smercio nel giro di 4 mesi invece che dei classici 16 (se non erro) di botte o barrique francese.

Il suo Sangiovese al 50% con Malvasia Nera era un abinamento molto ben riuscito...

Si imparavano tante cose, una tra le tante che cambiando produttore, nel mentre ronzavamo anche noi a mo' di calabroni, il passito di vermentino fosse più "fresco" che non il precedente,e che il rosato di Sangiovese in purezza non discostasse tanto dai nostri Rosati.

Anche lì grandi pezzi... io che mi dipanavo tra le etichette e le Aziende produttrici con il Produttore e Peppe oramai alla frutta che si sganasciava con il Coproduttore... che mattacchioni.Ci siamo fatti voler bene un po' da tutti.. sembrava di stare in famiglia, anche con tutti i formalismi del caso.

...Fermentazione manlolattica, Sangiovese, supreme(? me la sto inventando), riserva, 75% in purezza... le parole giravano nella testa..

Stanchi e rintronati ci avviciniamo al bachetto del Produttore di Ghizzano, perchè il pocanzi produttore di rosato "dall' etichetta coi fossili"ci consigliava la sua riserva.Non cè che dire azeccatissima la ricerca, ottimo Chianti, però sul lato faceva capolino un simpatico signore dalla carnagione brunastra e dalla camicia giallo paglierino.Giallo come il colore del suo vermentino fresco che ci faceva avvinare, con tutta la grazia possibile che le sue spesse mani gli consentivano.

Ecco, le mani, quelle hanno attirato la nostra attenzione,grandi, callose, sulle punte dei polpastrelli sengnate da te vecchie ferite e tagli dettati da un coltello che si appresta a togliere la verza dalla radice...

Il signore ci illustra che è uno dei pochi produttori di carne Chianina e ci dà delle dritte sull'acquisto.

Ma quelle mani,guardandoci entrambi in volto io e Peppe scopriamo vicendevolmente che portavano alla mente ricordi, ci ricordavano le nostre estrazioni umili.

"Quelle mani potevano raccontare più di quanto le sue parole non potessero dire"

dissi a Peppe...

Salutatolo e preso l'ennesimo volantino ci rechiamo verso l'uscita oramai era la chiusura cominciavano a spegnere le luci del padiglione e i produttori a mettere via quel che era rimasto.Paonazzi ma contenti uscivamo dalla Leopolda ridacchiando.Al ritorno sul lungarno nel mercato ancora acceso Peppe:

"Gianca sono ancora in tempo devo essere a casa di Chiara per Cena alle 19.30..."

"Certo Pe, sono le 20 meno 10"

XD

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